È guarito dal Coronavirus grazie alla cura che utilizza il plasma di convalescenza. Giuseppe Sciuto, 64 anni, primario di oculistica dell’ospedale Carlo Poma di Mantova – lo stesso ospedale che è stato tra i primi ad avviare la cura insieme al San Matteo di Pavia – è tra quei sopravvissuti alla malattia che possono ringraziare i donatori di plasma guariti da Coronavirus per aver contribuito alla cura. Una terapia che in pochi giorni lo ha rimesso in piedi. Donatorih24.it lo ha intervistato nei primi passi di ritorno alla vita. 

Che cosa pensa di questa terapia e che cosa prova verso i donatori di plasma che hanno consentito questa cura? 

“Dico la verità: quando me l’hanno proposta, all’ospedale di Mantova, non conoscevo la terapia al plasma iperimmune. Quando mi hanno trasfuso, ho sentito un miglioramento notevole già il giorno dopo. La terapia è sicuramente efficace. Oggi non posso che ringraziare i donatori. Quando sono guarito anch’io avrei voluto donare, ma mi hanno detto che, avendo ricevuto la plasma-terapia, non posso farlo per quattro mesi: lo prescrive il protocollo”.

Da paziente, ma soprattutto da medico, pensa che a questo punto le immunoglobuline da plasma convalescente potranno essere una cura molto efficace?

“Possono servire senz’altro, intanto a evitare che il paziente si aggravi, poi a far sì che ne venga fuori. Certamente però la soluzione definitiva è il vaccino. Se avessimo il vaccino pronto non si ammalerebbe più nessuno e nessuno verrebbe contagiato. Credo che le immunoglobuline servano in fase acuta, ma bisogna evitare che l’infezione circoli perché è davvero invalidante. Quando arrivi in ospedale ormai non respiri più”. 

Nel suo caso qual è stato il decorso del Coronavirus? 

“Ho lavorato fino al 13 marzo. Fino a pochi giorni prima ho operato con tutti gli strumenti. Ricordo ancora che nel reparto di oculistica è entrata una paziente che poi è risultata positiva al Covid-19 e che in seguito è deceduta. Il 15 marzo ho iniziato ad avere la febbre alta. Mi ha curato a casa il mio medico di base, affiancato dal pneumologo del Carlo Poma, il dottor De Donno. Mi hanno dato alcuni antibiotici e il farmaco per le malattie reumatiche. Sono andato avanti fino al 27 marzo con la febbre a 40, fino a quando non siamo andati al pronto soccorso. Lì i medici mi hanno diagnosticato una polmonite con pleurite. Quel giorno sono stato ricoverato, e il 31 mi hanno trasferito nel reparto di terapia intensiva. Con la c-pap, lo strumento usato per la ventilazione meccanica, ho respirato a pancia in giù 2 o 3 ore la mattina e il pomeriggio, mentre durante la notte dormivo sul fianco. La terapia con la c-pap è stata efficace per cui non mi hanno intubato. Il 4 aprile ho firmato per la terapia al plasma iperimmune”.

Che sensazioni le ha lasciato questa malattia?

“Il virus è silente e ti toglie tutte le forze. Durante la malattia ho avuto una paura folle di morire e della solitudine causata dall’isolamento. Non dormo da un mese. Non riesco a fare le scale, sento pochissimo i sapori, ma la cosa peggiore è il non dormire. Tornato a casa sono stato messo in quarantena, ho fatto i due tamponi negativi e sabato dopo Pasqua sono potuto tornare dalla mia famiglia”. 

E adesso? Com’è il ritorno alla vita? 

“Vivo con mia moglie e con mia figlia. Mia moglie è insegnante e sta facendo lezione agli allievi via computer, Mia figlia ha 22 anni, e fa il quarto anno di medicina, anche lei fa gli esami via computer. Mia madre ha 90 anni e abita nell’appartamento accanto al nostro. Non mi avvicino a lei e tutti noi cerchiamo di stare molto attenti a non starle vicini. Sono in attesa di fare fisioterapia respiratoria. Mio fratello è a Brescia, ha avuto il coronavirus. Ancora il mio paese, Castiglione delle Stiviere, come Mantova, è un deserto. Adesso proviamo a ricominciare”. Sempre da Mantova, un’altra notizia riportata dai media, racconta la storia di una donna gravemente affetta dal virus guarita grazie alla terapia con il plasma iperimmune. Pamela Vincenzi, in stato di gravidanza,grazie alla terapia è sopravvissuta al virus.

Fonte DONATORI H24

di Laura Ghiandoni