Il 23 giugno il Centro nazionale sangue ha pubblicato la nuova circolare che regola le misure precauzionali per evitare la diffusione della Sars-CoV-2. Secondo il documento diffuso chi viaggia in Italia potrà donare sangue e plasma, a meno che non sia sottoposto ad isolamento domiciliare a causa del Covid-19.Potranno tornare a donare subito tutti coloro provenienti dai paesi dell’Unione Europea, cioè Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Anche chi proviene dagli stati che fanno parte dell’accordo di Schengen, cioè Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera non dovranno sospendere la donazione. Potrà donare non appena tornato anche chi proviene da questi ultimi stati: Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.Non potrà donare sangue subito e dovrà attendere 14 giorni chi proviene da tutti gli altri stati.Il Centro nazionale sangue indica nel documento che vengano rafforzate le misure precauzionali nei centri trasfusionali e nelle unità di raccolta delle associazioni, come già diffuso nella circolare del 9 marzo. Questo al fine di individuare i possibili casi di rischio contagio da Covid-19, cioè situazioni in cui il donatore è entrato a contatto con un paziente affetto da Sars-CoV-2 oppure ha contratto il virus e ne è portatore nel momento in cui prenota la donazione o si presenta per la trasfusione.Se il donatore, dopo la verifica effettuata dal personale sanitario via telefono e triage prima dell’ingresso nel centro, risulta essere stato esposto ad alto rischio contagio, o affetto da Covid-19, la sospensione di 14 giorni è applicata. La regola che resta valida è che può donare sangue il paziente che dopo l’infezione da Sars-CoV-2, è guarito e risultato negativo a due tamponi svolti a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.Nella circolare l’istituto conferma le misure precauzionali già attuate nei centri trasfusionali e nelle unità di raccolta delle associazioni, azioni per evitare la diffusione del contagio già entrate in vigore a marzo. Inoltre ricorda l’importanza di diffondere una corretta informazione inerente all’epidemiologia della Sars-CoV-2 tra le associazioni.Il Cns, nel documento, ricorda che sono 1.800 i pazienti affetti da patologie del sangue in Italia che ogni giorno si rivolgono alle strutture ospedaliere per ricevere le terapie salvavita.

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